Oggi vi parlo di una delle ultime letture che ho terminato: “Come farfalle sull’acqua” di Monica Tedeschi, una talentuosa artista fotografa, alle prese con l’esordio di questa sua prima opera letteraria.
Per prima cosa, ecco i 3 punti, per introdurvi al meglio questa recensione:
1) LA TRAMA. L’autrice racconta la sua vita, fatta di una obbligata convivenza con la depressione bipolare, causa e anche un po’ merito della sua difficile, ma straordinaria crescita personale e professionale. La scrittura è scorrevole, vera, senza filtri, senza edulcorazioni e senza congetture. Monica attraversa alcuni episodi della sua biografia, spiegando con cura la sua esistenza costellata dall’eterno conflitto di creazione e distruzione dato dalla depressione. Si ispezionano i rapporti umani, le relazioni affettive e lavorative e le difficoltà nell’accettare questo ostacolo, che arriva a forzare decisioni, rinunce e fughe.
2) IL PARAGRAFO DEL CUORE. Nasciamo piangendo, cresciamo in conflitti interiori e sociali, diventiamo adulti in mondi e società che cambiano repentinamente, invecchiamo spesso quasi mai pronti all’invecchiamo stesso.
Viviamo sapendo di morire, due estremi filosoficamente inaccettabili, sembra di essere venuti al mondo con una conditio sine qua non.
È come se ci dicessero alla nascita, quando gridiamo il primo pianto… ecco ora sei qui, ma è solo un passaggio. Ora sei ma non si sa quando non sarai più.
3) DA LEGGERE SE… vuoi approfondire questa tematica importantissima, ma spesso un po’ trascurata, ovvero la depressione bipolare.

La depressione bipolare è una materia, che si può definire “moderna”, “ostica” e in molti casi difficile da tenere sotto controllo. Mentre, leggevo il libro di Monica, mi è capitato di soffermarmi per diversi minuti su alcuni brani del suo racconto, di rileggerli 2 o 3 volte e di rimanere per alcuni secondi a pensarci su.
Monica parla senza inibizione delle sue alternanze di fasi profondamente depressive a fasi al contrario molto euforiche. La destabilizzazione, che lascia questo gioco di cambiamenti, è dura da combattere e non si può fare finta di niente.
Mentre leggevo il libro di Monica, ho cominciato a guardare anche la miniserie “Modern Love” su Amazon Prime Video. Tra il scettico e il sospettoso-andante, ho deciso di dare una possibilità a questi otto episodi, che hanno l’intento di parlare dell’amore dei “nostri” tempi, i tempi moderni, il nuovo millennio, che regala amori un po’ impossibili, o solamente un po’ indecisi a partire e a fare il botto. Ogni episodio tratta di una storia d’amore particolare e sempre diversa, che viene poi supportata nell’andare avanti o nel concludersi da una specie di “persona-catalizzatrice”, che aiuta il/la protagonista a prendere la decisione giusta.

Uno degli episodi che più mi ha colpito è proprio quello riguardante la depressione bipolare, che vede una stupenda e bravissima Anna Hathaway, nel ruolo di una ragazza affetta da questo disturbo. In questo episodio di Modern Love, viene fuori la sofferenza e la difficoltà nel mantenere e approfondire anche solamente una conoscenza con un ragazzo incontrato una mattina qualunque in un supermercato. Anna Hathaway, che interpreta il ruolo di un avvocato in carriera, combattuta dal confronto che subisce tutti i giorni nel lavoro e in famiglia con il bipolarismo, riesce finalmente ad essere aiutata dalla sua collega (ecco, che compare la catalizzatrice!) ad uscire dalla bolla di sapone che si era costruita. E… finalmente anche io ho avuto il mio lieto fine! 😊

Guardando questa storia e continuando a leggere Monica, ho trovato davvero tanti punti in comune: primo fra tutti, il dispiacere di rinunciare a qualsiasi sfida, relazione o situazione. Seconda cosa, la continua necessità di fuggire e cambiare vita, che nasconde una necessità di scappare da un destino più grande di sé stessi, in alcuni momenti troppo impegnativo per far sì che venga affrontato da sole/i. Come in Modern Love, anche nel libro di Monica sono riuscita a trovare LA persona catalizzatrice, che è incaricata di cambiare le sorti dei nostri destini e regalarci il nostro MERITATO (seppur sofferto) lieto fine: proprio il suo papà, che fin dalla scoperta del bipolarismo, non abbandona Monica in nessun momento, diventando una delle spalle migliori a cui affidarsi e spronandola a dare sempre il meglio di sé stessa in tutto ciò che crea, affronta o semplicemente vive!
“Come farfalle sull’acqua” è un libro stimolante, da cui non riesci a staccarti, fin dalla prima pagina!
Spero che lo leggerete presto! Alla prossima recensione! Bye!