Poetry

Solo perché non ha senso, non vuol dire che non esiste

Chissà perché quando si cerca di esprimere a parole un proprio stato d’animo, uno qualsiasi, dalla tristezza alla gioia, dalla malinconia alla nostalgia, il primo strumento a cui si ricorre è la poesia. A me capita questo. Provo a scrivere pensieri o piccoli elaborati scritti, ma non c’è niente da fare: alla fine solamente le poche frasi scritte in maniera diretta e senza troppi fronzoli, che io definisco con un po’ di presunzione “poesie”, riescono a raccontare davvero ciò che provo in quell’istante.

La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca

Leonardo Da Vinci

Ecco che allora ha preso vita questo ciclo di poesie, illustrate con nuovi colori e nuova arte da Giulia! E’ da un po’ che ne parliamo… lo sappiamo, ma come vi avevo anticipato su Ig, l’arte ha bisogno di pazienza 🙂

Fateci sapere in quale poesia o in quale disegno vi sentite maggiormente rappresentati/e! Ci farebbe molto piacere 🙂

Wasted Time

Non temere che non arrivi mai 
Non temere che non accada mai
Si vive di wasted time:
stupide, insulse, deboli ore
 Si vive di “magari”, “forse”, “se”:
sciocche, fatue, vuote aspettative
 Si pensa, attendendo
Si ama, reclamando
Si agisce, elaborando laccate illusioni
che alimentano la noia bastarda
che si mangia in un solo boccone
Tutta l’anima

STAND-BY

 Tutto evolve e tutto cambia,
anche se tu non te ne accorgi,
o almeno non ti sembra.
 I dolori, la felicità effimera, l’infatuazione,
la freddezza di una decisione,
la delusione,
la caduta dell’ideale,
la fiducia perduta,
la speranza,
la rassegnazione,
la morte,
 tutto evolve e tutto cambia,
anche se tu te ne stai ferma,
seduta su quella sedia a pensarci su,
a teorizzare,
a mitizzare,
a vivere inerme
lo scorrere degli eventi,
 attendendo che sia il tuo momento
per fare una qualsiasi azione
di protesta.
 Ehi, esisto
Ehi, io ci sono
Ehi, non sono ferma davvero!
 È solo che non sento,
non vedo,
non percepisco niente
di quello che attualmente sono:
 sento solamente
il flusso dei pensieri contorto,
un groviglio,
un nodo unico,
indecifrabile;
 sento solamente
il corpo come un gigantesco cubo di marmo,
pesante,
scomodo,
ingombrante,
non trova nicchia,
che possa contenerlo;
 sento solamente
la sordità della mia voce,
lo strangolamento delle mie orecchie,
il silenzio ostinato dei miei occhi.
 Stand by della vita,
metto in stand by.

Stand by dei sentimenti,
metto in stand by.

Stand by delle idee,
metto in stand by.

Stand by del tempo,
che rifiuta la mia volontà,

perché continua a scorrere,
continua a cambiare il tutto,
continua a farlo evolvere.

Il Cerchio della Vita

 Cerchi concentrici,
sono le vite abbandonate,
avvinghiate inesorabilmente al flusso
delle volontà del caso.
 Roteano e il loro movimento è placido,
ma consistente.
 Si scontrano e
si mischiano,
interrompendo per brevi momenti il loro vagare.
Il cerchio poi ricomincia,
 convulso, 
crudele,
spietato.

UNA NUOVA ME

 Esistesse un altro mondo,
un'altra vita,
un'altra me,
un altro posto,
dove poter
nascere, crescere, diventare, accadere.
 Esistesse un'altra occasione,
un'altra possibilità
o solo un altro modo
per riscattarsi,
grazie al quale cambiare, evolversi.
 Ritrovarti in una nuova epoca,
dove non esiste più niente di quello che
ho conosciuto finora.
 Rivederti in un luogo deserto,
dove poter
far nascere qualcosa di nuovo.
 Allora direi sì, lo voglio.
Ma fino ad allora,
ti dirò solamente no.

Via

 Vai via di nuovo. 
 Ripiombo nel mio stato d'animo
malinconico perenne.
 Vai via ancora,
mi abbandono alle mie origini
primordiali.
 Lascio che la mia mente si afflosci
sul cuscino rosa del divano grigio,
che i capelli si lascino andare,
 alcuni cadendo danzano per l'aere della casa,
compiendo stupidi balletti civettuoli,
che mi infastidiscono non poco,
 gli altri, invece ammorbidiscono
il riccio noto,
che dà del movimento
alla totalità del mio aspetto.
 Mi sento come un albero
nella stagione autunnale,
mentre perde le sue foglie.
 Stando soli,
si vede la confusione,
si percepisce il rumore di vecchie credenze,
di antiche parole,
del passato trascorso, che torna a palesarsi
negli angoli più remoti della casa.
 Succede solo a me tutto questo?
Come può aver senso?
 Solo perché non ha senso,
non vuol dire che non esiste,
non vuol dire che non è reale.
 Quando vai via,
non riesco a trattenermi:
apro la porta inconsciamente
a ciò che tengo
chiuso a chiave
quando tu sei con me.

Il Miracolo dell’annullamento dei SE

 Se ci fossero almeno infinite possibilità,
una volta individuata la strada,
una volta decisa la via,
una volta fatta la scelta.
 Se ci fosse almeno il modo di cambiare idea,
una volta che quel nuovo mondo sia stato aperto,
una volta che il passo è stato compiuto.
 Se si potesse indugiare, invece, 
solamente per un istante,
deviare la rotta,
perderne il controllo.
 Se si riuscisse ad avere il fermo-immagine della propria identità,
riuscirei ad estraniarmi da me stessa,
uscire dai miei panni,
togliermeli,
guardarmi dal di fuori,
completamente nuda,
completamente me stessa,
 E se magari da quella prospettiva,
compissi un miracolo?
 Il miracolo dell’annullamento dei SE 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...