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“Kilmeny del frutteto”, romanticismo, suspense e intrigo!

Cari lettori,

non vedevo l’ora di scrivere una nuova #recensioneblue riguardante questa lettura, che ho acquistato, su consiglio di Paride di @leggendoatestalta, da Caravaggio Editore.

Se avete seguito alcune delle mie stories, avete capito qual è il book in questione… 😊 Sto parlando di…:

Kilmeny del Frutteto

la cui autrice è Lucy M. Montgomery, la madre del fortunato libro “Anna dei Tetti Verdi” (vi ricordate del cartone-manga giapponese “Anna dai capelli rossi”?)

Il cartone giapponese “Anna dai capelli rossi” tratto dal libro “Anna dei tetti verdi”

Vorrei, come sempre, snocciolare i 3 punti, che rendono ancora più rappresentativa la nostra #recensioneblue:

1) LA TRAMA. Kilmeny, una ragazza dalla storia un po’ tenebrosa, un po’ misteriosa, ed Eric, un ragazzo giovane e sensibile, che le catturerà il cuore. Apparentemente una comune lovestory, ma non è davvero così, c’è molto di più! Descrizioni particolari e dettagliate dei luoghi, dove si ambientano gli incontri di Eric e Kilmeny, sentimenti e cuori palpitanti, intrighi e vecchi fantasmi del passato, che tornano a disturbare le sorti della vita presente. Insomma, una trama che non annoia e che fino alla fine mantiene incollati alle pagine!

2) IL PARAGRAFO DEL CUORE

Sotto il grande albero di lillà, bianco e frondoso, c’era una vecchia panca cadente di legno; e su di essa sedeva una ragazza che suonava un vecchio violino marrone. I suoi occhi erano fissi sull’orizzonte lontano e non vide Eric. Per qualche istante egli restò lì e la guardò. Il quadro che ella costituiva si impresse nella sua visione fin nel minimo dettaglio, per non essere mai più cancellato dal libro della sua memoria. Fino all’ultimo suo giorno Eric Marshall avrebbe ricordato vividamente quella scena, così come la vide… l’oscurità vellutata del bosco di abeti, l’arco di cielo di morbido splendore, i boccioli di lillà ondeggianti, e nel mezzo la ragazza sulla vecchia panca con il violino sotto il mento.

Perché ho scelto questo paragrafo?

In primis, è uno dei momenti cardine della storia, ciò che il lettore attende con trepidazione, proprio perché Kilmeny, che dà il titolo al libro, non compare dalle prime pagine della storia. Perciò, ci si aspetta di leggere di lei da una pagina all’altra… Si è portati a credere, inoltre, che prima o poi la scrittrice introdurrà l’incontro tra lei ed Eric, quindi il “loro momento”, dove finalmente si conosceranno… Per quel che mi riguarda, temevo che il fatto cadesse nel banale e che non gli venisse dato un tono significativo, ma… essendo diventato il PARAGRAFO DEL CUORE racchiude le parole e le frasi, che mi hanno più ammaliata e affascinata!

3) DA LEGGERE SE… adorate i romanzi del secolo scorso e se vi sentite un po’ ottocentesche/i…

A proposito del “sentirsi ottocenteschi”, penso che tutti noi abbiamo vestito i panni di Kilmeny o di Eric; oppure, ognuno di noi ha sognato una storia d’amore o ha avuto un colpo di fulmine per qualcuno/a… Kilmeny rappresenta l’entusiasmo dell’amore giovane, l’adrenalina delle prime volte e l’infatuazione dell’amore a prima vista, che fa palpitare violentemente il cuore. Eric è il principe delle favole, l’uomo dolce e premuroso alla Pretty Woman maniera. In un certo qual senso, questa storia d’amore, raccontata così sapientemente dall’ingegno e dall’immaginazione della Signora Montgomery, sembra il preludio a tutte le commedie romantiche e a tutte le serie tv adolescenziali, che sono state sfornate nel nuovo millennio!

Adoro il romanticismo, anche quando alza troppo l’asticella e arriva ad essere troppo melenso o sdolcinato. Sì, lo so, sono irrecuperabile!

Infatti, sono una fan sfegatata di Dawson’s creek e The O.C., passando per Beverly Hills e Friends! In questo libro, mi sono resa conto che noi, neo-romantici degli anni 2000, dobbiamo tanto alle scrittrici come Lucy M. Montgomery, che ci hanno insegnato tutto ciò che dobbiamo sapere! Lo testimonia il primo incontro tra Kilmeny ed Eric, quel fermo-immagine, che vedrei davvero ben rappresentato in una produzione cinematografica!

La scrittura dell’autrice è così lineare e semplice, quanto profonda e descrittiva, che è impossibile non bere la storia nel giro di poche ore! Ho apprezzato molto le descrizioni dei luoghi, ma soprattutto di quel magico e galeotto frutteto. Le pennellate con cui Lucy Montgomery delinea quei paesaggi non sono mai fuori luogo o noiosi, ma addirittura indispensabili ad arricchire il quadro, che il lettore nella propria mente dipinge, man mano che i suoi occhi scorrono tra le righe del libro:

Attraverso una lunga valle orlata da ombre, c’erano altipiani di tramonto e grandi laghi rosa e zafferano nel colore dei quali l’anima avrebbe potuto perdersi. L’aria era profumatissima per il battesimo della rugiada, e per l’olezzo di un’aiuola di menta selvatica che egli aveva calpestato. I pettirossi cinguettavano, distinti, dolci e rapidi, nei boschi intorno a lui.

È straordinario il modo con cui in poche frasi la scrittrice riesca a descrivere paesaggi così poetici e bucolici, che, mentre vengono immaginati, sembra di vivere tutto dal vivo, come uno dei personaggi del libro. Questo è uno dei punti di forza del libro!

Non vengono, inoltre, trascurati i ritratti, che la scrittrice dedica ad ogni personaggio, dove spicca più di tutti quello di Kilmeny, definita da una descrizione, degna di una dea greca:

Il suo volto era ovale, segnato in ogni suo tratto da cameo e in ogni lineamento da quell’espressione di assoluta e perfetta purezza che si può trovare negli angeli e nelle Madonne degli antichi dipinti, una purezza che non aveva in sé la benché minima macchia di cose terrene. […] Gli occhi erano di un azzurro che Eric non aveva mai visto in altri occhi prima di allora, il colore del mare calmo, della luce quieta che segue un bel tramonto; […] La pelle delicata e del colore esatto del cuore della rosa bianca.

Kilmeny è bella quanto dolce e di buona compagnia, ma come in un ogni favola, in cui la lotta tra il bene e il male è all’ultimo sangue, anche dentro di lei vi è una sorta di tacita battaglia, che le ha lasciato un segno, fin dalla nascita: Kilmeny è purtroppo muta, non emette suoni, se non la risata, che tanto delizia il suo Eric. Questo piccolo difetto mette a serio rischio il coronamento del loro sogno d’amore, ma costuisce anche il perno, che regala al lettore fino all’ultimo suspense e timore del finale. Montgomery, oltre che scrittrice, rivela un’ottima abilità psicologica nello spiegare il motivo del mutismo di Kilmeny, che però non voglio rivelare per non rovinare il gusto della lettura del romanzo!

Per chi ama i libri illustrati o le illustrazioni antichizzate, al fondo del libro vi sono anche le tavole illustrate, che erano già presenti nella prima edizione, risalente al 1910.

Kilmeny del frutteto” è un romanzo edito da Caravaggio Editore a cura di Enrico De Luca, ordinabile anche online dal sito della stessa casa editrice.

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“Il racconto dell’ancella” per sfuggire alla quarantena da COVID-19

Cari lettori,

questo weekend mi ha tenuto compagnia un romanzo, che sicuramente molti di voi avranno già letto e riletto: “Il racconto dell’ancella”, di cui è anche molto famosa la serie tv (purtroppo non sono riuscita a vedermela e non riesco a trovarla da nessuna parte, qualcuno può aiutarmi?). Questa recensione è dedicata a chi ha sempre sentito parlare di questo libro, ma non ha ancora avuto l’occasione di approcciare la sua lettura.

Partiamo come sempre dai nostri 3 punti per dare una caratterizzazione a questa #recensioneblue:

1) LA TRAMA. Il romanzo è ambientato in un mondo che ancora non esiste, una specie di futuro prossimo, che però non è mai esistito nella realtà (per fortuna…). Ci troviamo all’interno di un regime totalitario, che ha rovesciato il governo degli Stati Uniti, stravolgendo completamente la vita quotidiana, come tutti la conosciamo. La società è rappresentata da una sorta di piramide, al vertice della quale ci sono i Comandanti sposati alle loro Mogli. Al loro completo servizio, Offred, la protagonista, ci racconta l’oliata organizzazione che si dipana come una solida gerarchia dalla classe dei Comandanti in poi. Vi sono, perciò, le Ancelle, donne fertili utilizzate dai Comandanti, nel caso le Mogli non possano avere figli, le Marte , serve nel vero senso della parola, che trovano un equivalente maschile nella figura dei Custodi, uomini a cui è vietato andare con le donne, gli Occhi, i membri dei servizi segreti del governo, gli Angeli, i soldati dell’esercito, le Zie, le guardiane del rigore morale delle donne, le Ecomogli, donne sposate a uomini di basso ceto sociale, e le prostitute. Offred è un’ancella, che ha inciso la sua storia sul nastro di una musicassetta, ritrovata più di un secolo dopo. La sua vita si articola tra i ricordi di quello che è stato prima che diventasse Ancella e ciò che invece è costretta a sopportare nella sua condizione attuale.

Non resta che leggerlo per capire tutto ciò che ha da dirci la nostra Offred!

2) IL PARAGRAFO DEL CUORE Sul post uscito su Instagram ho selezionato alcuni dei paragrafi del cuore, quelli che mi hanno colpita di più (andate a dare un’occhiata per capire meglio il mood di questo bellissimo libro). Sul blog vorrei inserire un’altra citazione, quella che ha preso il posto della “citazione preferita”, mentre leggevo questo libro:

Ma io non voglio più andar via, scappare, attraversare il confine verso la libertà. Voglio restare qui, con Nick, dove posso vederlo. Nel dirlo mi vergogno di me, eppure, anche ora riconosco in questa ammissione la prova di quanto mi fosse indispensabile Nick. Mi sento giustificata, come da una sorta di malattia, di morte, di guerra. Una storia seria. Tanta serietà nei confronti di un uomo non mi sarebbe parsa possibile un tempo Certi giorni sono più razionali. Non vedo tutto sotto la specie dell’amore. Penso che in qualche modo, mi sono fatta una vita anche qui. È quello che pensavano le mogli dei colonizzatori, le donne sopravvissute alle guerre, quando avevano ancora un uomo. Siamo tutti molto adattabili, diceva mia madre, ed è davvero stupefacente constatare a quante cose ci si può abituare, purché ci sia un compenso.

3) DA LEGGERE SE… vi piacciono i romanzi distopici (in primo luogo) e se avete pazienza di capire il libro piano piano, senza fretta…

Il racconto dell’ancella” è un libro che sviluppa la pazienza. Sono soddisfatta di averlo letto in questo periodo, un po’ statico, un po’ lento, perché è la giusta lettura da assaporare. Non nego che per la prima parte del romanzo mi sia sentita desiderosa di scoprire subito tutto quello che c’era da sapere. No, non è questo il modo di avvicinarsi a questo libro. Bisogna immergersi poco a poco e lasciare che la trama si snodi lentamente, in modo che i vari fatti che accadono ti lascino veramente senza parole!

Partendo dal presupposto che questo libro è stato ultimato nel 1985, credo che anche lo stile e il ritmo dei contenuti si addicano molto a quegli anni lì. Penso che si debba anche tenere conto di questo particolare.

Il paragrafo del cuore che ho selezionato vuole essere l’essenza, che mi è stata trasmessa. Lo voglio anche considerare una specie di messaggio, racchiuso per me dentro al libro, per farmi capire meglio il periodo che stiamo attraversando e che ogni soggetto individualmente vive con le proprie paure e insicurezze.

Offglen ci ricorda che l’essere umano è ADATTABILE. Una splendida parola, un dono, che è stato dato a tutti noi! Siamo tutti adattabili… come anche lei, che vuole dimostrare, come in un mondo così lontano da quello che aveva vissuto fino a qualche anno prima, sia riuscita a trovare “una soluzione”, per superare lo sconforto e il disagio. Anche in questo caso, qual è stata la soluzione? L’amore… un amore inteso come una scappatoia, una via d’uscita a cui aggrapparsi, una sorta di effetto placebo, che aiuta a superare quel qualcosa di insormontabile, come la condizione di Ancella, a cui è stata destinata.

Nick, infatti, non è sicuramente l’amore per sempre, l’uomo dei suoi sogni, no! È un salvatore, il traghettatore che la trasporta da una condizione di sottomissione totale ad una di leggerezza e libertà, anche solo per qualche ora.

Offglen è fragile, ma allo stesso tempo un personaggio forte e dalla fibra resistente, tenace nel barcamenarsi tra gli attori di quel nuovo assetto societario. L’ho adorata mentre spiegava la sua vita precedente, con suo marito Luke e la loro figlia di pochi anni appena. La tenerezza che viene dipinta nel raccontare il rapporto tra lei e la figlia rivela una scrittura dolce e a tratti molto materna.

Il rapporto tra lei e il Comandante, invece, si rivela misterioso e non molto chiaro fino alla fine: un passaggio che tiene l’attenzione molto alta e l’interesse così si acuisce molto.

Un libro che mi ha fatto ricredere dopo le prime 100 pagine, che servono al lettore per entrare in un mondo davvero sottosopra.