Cari lettori,
voglio raccontarvi un fatto, che mi è successo qualche settimana fa, durante uno dei miei giri per Torino. Quando ancora si poteva prendere i treni liberamente, quando ancora si potevano incontrare le persone senza limitazioni, quando ancora si utilizzavano i trasporti pubblici in tutta tranquillità. Sembrano passati mesi da quei giorni, ma in realtà sono solamente alcune settimane fa. Il panico non esisteva, la vita trascorreva routinaria e regolare. Non eravamo ancora stati chiamati a “sacrificarci per la patria” (se questo gesto di senso civico che il Paese ci invita a fare si può nominare “sacrificio”).
Vi dicevo, perciò, che mi trovavo a Torino. Un sabato pomeriggio, come tanti. A fine commissioni, avevo deciso di tornare a casa in pullman. Un po’ per rivestire i panni di un’antica versione di me-studentessa, un po’ per non gravare sempre sulla macchina, mezzo che (ahimè) utilizzo molto spesso!
Tento di “bippare” il biglietto, una volta salita sopra il bus n. 61.
Ah, dimenticavo di dirvi che a Torino non si oblitera più… no, no!
Si Bippa, fratello! 😊
Vedendo i miei vani tentativi di effettuare questa operazione, un simpatico signore, che, per tenerezza e amicizia soprannomino seduta stante “il-vecchietto-del-61”, mi sorride e mi dice candidamente “Per il momento non funziona quell’aggeggio… perché il pullman è fermo… appena il conducente mette in moto, riprovi… vedrà che funzionerà!”
Gli sorrido a mia volta e lo ringrazio. In tutto il bus l’unico che mi rivolge la parola, venendomi incontro è stato lui! Mi siedo allora, accanto al suo sedile, pensando a quanto il mondo ormai sia freddo, indifferente e menefreghista. Ogni passeggero è rimasto intento a guardare lo schermino del suo cellulare, travolto e ipnotizzato dal fascio di luce di un social network o di Google!
Nel frattempo che la mia testa impreca e maledice l’era dell’Egoismo 2.0, il-vecchietto-del-61 ricomincia il discorso.
Ciò che più mi ha affascinato è stato proprio l’inizio della conversazione.
“Lo sa… io ho avuto proprio una bella vita… una vita bella, fatta di momenti tanto, ma tanto felici… non posso rimproverare niente al Creatore!”

Che bello sentire parole simili! Che bello arrivare alla terza età e pensare di avere avuto una gran bella vita: guardarsi indietro e sentirsi fieri delle proprie decisioni, dei propri traguardi, del proprio vissuto. Quella frase mi ha riempito il cuore di gioia!
“Sono davvero delle belle parole, queste!”, ho subito replicato.
“Sono innamorato da 33 anni di una donna, una donna bellissima, sa? Dovrebbe vederla! …ma non ci siamo mai sposati… eh no… perché io sono uno spirito libero e non sopporto i legami, perché i legami ti dicono cosa devi fare, dove devi andare, no, no… non sono fatto per questo tipo di cose!”
Nel frattempo, il pullman è partito ed io sono riuscita finalmente a bippare il biglietto.
Così, il-vecchietto-del-61 mi chiede timidamente se potesse tenermi compagnia fino alla fermata, in cui sarei scesa. Accetto con molto piacere! Adoro ascoltare le storie delle persone di una certa età: trovo sempre qualche lezione da imparare, scovo suggerimenti, belle morali, consigli e soprattutto aneddoti piacevoli e, a volte, anche divertenti.
Quindi, il-vecchietto-del-61 prosegue il suo racconto.
“La mia signora è sempre stata bella… anche ora, che non è più giovane… ha i capelli biondi, gli occhi color del cielo… si veste sempre con dei tailleur sobri, eleganti. Porta sempre una collana di perle e i capelli raccolti con uno chignon… è davvero una bella donna…”
Come è estasiato, mentre descrive questa signora. Mi racconta che il loro rapporto è sempre stato da subito burrascoso, per via del suo carattere, per il fatto che ha messo in chiaro fin dal principo, che la sua vita non è fatta per sposarsi. La signora però, ha sempre rispettato le sue scelte, non facendogli mai pressioni di alcun tipo. Hanno due case distinte, ma in alcuni periodi avevano vissuto insieme.
In altri, lontani.
Poi, si erano riuniti.
Insomma, era come guardare una fiction da un milione di puntate, come “Beautiful”!
Quanto è strano l’amore. Quanto molteplici sono le sue sfaccettature. Come cambia forma nel tempo. Come resiste ai mutamenti, adeguandosi, smussandosi. Ruota su stesso, andando avanti nel tempo, ma riproducendo luci ed ombre continuamente diverse, come le faccette di un diamante.
“…anche se in questo momento… siamo un po’ arrabbiati…. Anzi, più precisamente, è lei arrabbiata con me… abbiamo litigato l’ultima volta, per causa mia… ormai sono passati almeno 6 mesi da quella volta là…”, mi disse, cambiando subito espressione del viso, rispetto a quando la stava descrivendo fisicamente.
Gli chiedo allora, “Quindi, non vi vedete da quell’ultima volta lì? E come mai l’ha fatta arrabbiare?”
“Eh… colpa del mio pessimo carattere… troppo lungo da raccontare… ma la scorsa domenica l’ho chiamata… le ho chiesto se potessimo vederci e, per fortuna, mi ha detto sì… sono davvero felice, è troppo importante per me!”
Il-vecchietto-del-61 cambia espressione un’altra volta, mentre ripensa a “quel sì”, così sperato, così atteso, poi mi fissa negli occhi e continua a raccontare:
“Sa… perché mi sono messo a parlare con lei? Mica è così frequente di questi tempi che qualcuno ti ascolti… nessuno ha più tempo per nessuno… nessuno ha più tempo per ascoltare o per parlare… Ho scelto lei, perché lei mi ha sorriso… Si ricordi che nella vita bisogna sempre sorridere, sempre! Se si sorride, la vita è bella. Se si è sempre con il muso, la vita sarà sempre una grande tristezza… e non una Grande Bellezza… l’ha visto il film, no? …ecco, bene! Lei continui a sorridere, sempre così, come ha fatto con me ora… e vedrà che le capiteranno solo cose buone!”

Si ferma un attimo. Poi mi dice ancora:
“Si ricordi queste parole, che le dico adesso… Vuole sapere qual è il segreto per vivere a lungo… il buon umore, cara ragazza mia! Il buon umore! Non c’è nient’altro da sapere! Non serve girare mille stati, leggere miliardi di libri… per carità se può farlo, lo faccia, perché è comunque utile alla sua testa, ma non ci sono altri antidoti… l’unico antidoto segreto è il buon umore! Se lo ricordi, eh!”
Ci sono dei momenti in cui mi chiedo se gli incontri con alcune persone non sono scritti da qualche parte… che ne so: un enorme libro degli incontri, una specie di enciclopedia che ci tiene tutti connessi nel Sistema Solare e oltre…
Sembra quasi che proprio in quel giorno, in quella precisa ora, avessi dovuto incontrare il-vecchietto-del-61!
Perché?
Perché doveva dirmi queste cose? Perché doveva farmi ricredere su altre? Perché doveva regalarmi un altro punto di vista?
Ci sono tanti perché, a cui dare una risposta.
Tante le possibilità che possono celarsi dietro ad un incontro simile.
Fatto sta che doveva capitare. Le nostre strade dovevano incontrarsi, anche solo per mezz’ora di tragitto di pullman.
“Io ho 85 anni, lo direbbe mai?”
“Proprio per niente, ne dimostra dieci di meno!”, ribatto subito, non nascondendo il mio stupore. Se li portava davvero bene!
“Mi creda è proprio bello arrivare a questa età… guardarsi indietro e vedere che tutto è andato come doveva andare… mi creda, è davvero bello… ed è anche sorprendente sapere che c’è qualcuno che ti ama ancora e che ci tiene a te!”
Parlare con il-vecchietto-del-61 mi ha davvero aperto una finestra differente, rispetto a quella canonica, alla quale mi affaccio io tutti i santi giorni.
Si può arrivare a 85 anni e avere “un’amica” innamorata, un rapporto d’amore, che dura nel tempo, ma che non è quello che ci si aspetta da un uomo e una donna di quella fascia di età. Si può essere felici, anche senza seguire i Dieci Comandamenti della vita moderna, ovvero anche senza sposarsi o convivere o costruire la stessa capanna.
La lezione è sempre questa: basta essere felici, basta sorridere, basta essere fieri delle decisioni, che si prendono durante la vita. Non importa se si va controcorrente, l’importante è che si è contenti di farlo.
Così a 85 anni ci guarderemo indietro e saremo anche noi contenti, proprio come il-vecchietto-del-61!

= STORIA VERA =